I prezzi dei combustibili fossili (gas in particolare) sono schizzati alle stelle. Europa, Cina e tanti altri paesi si trovano alle prese con possibili soluzioni per contrastare la situazione ma la risposta sembra essere una sola, caldamente suggerita anche dalla Commissione Ue: investire sempre di più in efficienza energetica e fonti rinnovabili, riducendo la dipendenza a gas e carbone. Ad avvalorare questa tesi arriva un nuovo studio della Oxford University, intitolato “Empirically grounded technology forecasts and the energy transition” . Secondo gli autori, la transizione energetica non solo è necessaria ma deve essere anche accelerata, solo così facendo potremmo risparmiare diversi trilioni di dollari su scala globale. In sintesi, se tecnologie come eolico, fotovoltaico e batterie continueranno a seguire le loro attuali tendenze di crescita esponenziale, si potrà sviluppare un sistema energetico vicino alle zero emissioni nette di CO2 in soli 25 anni. I modelli economici negli anni passati hanno sottostimato i tassi di sviluppo delle rinnovabili e sovrastimato i loro costi: un errore commesso anche da diverse organizzazioni legate alle energie rinnovabili, in particolar modo nei confronti del fotovoltaico. Da non dimenticare infatti che la diminuzione dei costi delle tecnologie è direttamente correlata agli incrementi di produzione cumulativa e di efficienza. In poche parole, più un determinato bene viene prodotto, più diventa semplice ottimizzarne i processi di produzione abbattendo di conseguenza anche i costi. Dalla loro analisi emerge in modo lampante che una rapida transizione green, con ogni probabilità, costerebbe molto meno in confronto al mantenere operativo un sistema energetico incentrato sulle fonti fossili. Quanto risparmieremmo? Si parla di numeri da capogiro, con possibili risparmi complessivi fino a 26 trilioni di $ (26.000 miliardi di dollari) nei prossimi decenni, a livello globale. La transizione energetica quindi, secondo le stime della Oxford University non solo è necessaria ma anche vantaggiosa. Questa analisi porterebbe alla smentita di tutti quelli che sostengono che sarà molto onerosa, a causa, in particolare, degli investimenti necessari per riconvertire un intero sistema di infrastrutture e di impianti e degli incentivi richiesti per sostenere le nuove energie alternative.